|
|
Le affabulazioni utopiche dei cattolici moderni di Un fedele veronese
Registriamo lo stupore di un fedele di Verona che nella sua parrocchia ha trovato affisso il manifesto che riproduciamo. Tra le sue riflessioni, egli osserva: In realtà, se non fosse che patacche del genere vengono esposte con il permesso delli superiori, ci sarebbe da ridere fino alla pensione. Ma è proprio questo il dramma! Che anche i sacerdoti hanno perso il lume della ragione. E invece di pascere le pecorelle su pascoli erbosi, le conducono speditamente al dirupo “della coscienza universale”. Pur indetta a Napoli, la manifestazione vuole essere planetaria: si tratta infatti dell’ “Appuntamento Mondiale Giovani per la Pace”, una iniziativa del Sermig di Torino volta a conseguire un mondo “un po’ migliore, più umano, più con Dio”. Nobile intento che, visto il susseguirsi degli eventi, piccoli e grandi, degli ultimi due secoli, sembra più un’esercitazione di gruppo per coltivare ed alimentare l’autocompiacimento, che un’azione concreta in vista di un obiettivo. Intendiamoci, non v’è nulla di male a desiderare la pace e a pregare per essa, ma persistere nel supporre che questo mondo possa “miracolosamente” tramutarsi in qualcosa di normale… basta volerlo… e chiederlo… è cosa che attiene ad un’ingenuità colpevole. Tanto più quando si organizzano iniziative che si ritengono “cattoliche” intitolandole: “Appuntamento con la coscienza”. La stessa coscienza, cioè, che in questi ultimi due secoli ha prodotto solo apostasia, distruzione della morale e corruzione degli animi. Una coscienza che ha ripudiato Dio e che ha preteso di sostituirlo con la volontà umana. In questa manifestazione, infatti, non si fa appello alla conversione, ma solo alla “coscienza dell'umanità”, supposta foriera di chissà quali destini pacifici… del tutto dimentichi che senza la conversione degli animi a Dio, non è possibile alcuna pace. La scelta del 4 ottobre, festa di San Francesco, rivela anch’essa la soggiacenza di tanti cattolici odierni ai luoghi comuni del mondo. Ancora una volta un immaginario San Francesco pensato come campione moderno della pace, prescindendo dalla scelta radicale del Poverello di Assisi che fu tale proprio per essersi dato interamente a Dio e non al mondo e agli uomini. La strumentalizzazione del Santo, infatti, è funzionale alla utopica pace del mondo, quella stessa pace che non è di Dio e che per ciò stesso non porta al bene dell’uomo, ma alla sua perdizione eterna e alla disperazione terrena. Tuttavia, nulla osta a che i cattolici moderni perseguano la pace del mondo, ma nessuno si illuda di ottenere chissà quali risultati e soprattutto nessuno pensi di poter impunemente illudere i giovani, perché tale induzione all’illusione è pari alla procura dello scandalo, colpa punita severamente da Dio (Cfr. Lc. 17, 1-3). (torna
su)
settembre 2014 |